ARIBERTO BUITTA – IN MEMORIAM
(PAGINA IN COSTRUZIONE)
ARIBERTO BUITTA – IN MEMORIAM
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Il Grande Oriente d’Italia si prepara a celebrare l’Equinozio d’Autunno che segna la ripresa dei lavori nelle logge e l’anniversario del XX Settembre, a memoria del momento più alto del Risorgimento italiano. Nella stessa mattinata della storica data, che tanto a cuore sta alla Massoneria, a partire dalle ore 10,30 si terranno le tradizionali cerimonie al Gianicolo presso i monumenti ad Anita e Giuseppe Garibaldi e alla Breccia di Porta Pia.
In serata, alle 19, è in programma al Vascello una tornata rituale “Sotto le Stelle” nel parco di Villa Il Vascello e a seguire un buffet. Il giorno successivo, sabato 21, tra le 10 e le 13 e poi dalle 15 alle 17 sarà possibile effettuare visite guidate alla sede del Goi, con preventiva iscrizione al link www.villailvascello.it/eventi .
Il pomeriggio del 20 settembre il Gran Maestro, Venerabilissimo Fr Antonio Seminario, dopo la riunione del Consiglio dell’Ordine, e prima della tornata rituale, incontrerà i presidenti dei Collegi Circoscrizionali.
L’Equinozio d’autunno, cadrà quest’anno il 22 settembre alle ore 14,43. Come i Solstizi e l’Equinozio di primavera è un momento che ha una grande valenza simbolica per ogni iniziato. Segna la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno offrendoci un numero simmetrico di ore di buio e luce..
Dal punto di vista esoterico è il momento in cui la Natura si addormenta per riposare, e lo spirito umano si risveglia per prepararsi all’oscurità della stagione invernale. È in questa fase che si scelgono e si interrano i semi che daranno un raccolto abbondante in Primavera. L’niziato raccoglierà quello che di buono ha seminato arricchendo la propria spiritualità. L’Equinozio scandisce l’avvio del tempo della riflessione, dello sforzo da compiere per migliorare se stessi. Questo è il grande e intenso lavoro che i massoni del Grande Oriente d’Italia si apprestano a fare tornando nelle templi.
4 Settembre 2024 – Dal Sito del GOI
GIOVANNI SCIALANGA
Nato a Roma il 14/5/1946 – morto a Roma il 21/3/2024
Laureato in Economia e Commercio nella vita profana aveva lavorato nel mondo bancario svolgendo anche l’incarico di direttore di una Agenzia della BNL. Pensionato.
Aveva raggiunto il grado di Maestro il 15/2/1996 e nello stesso anno era entrato nel RSAA.
Attualmente era attivo e quotizzante nella R:.L:. “Dio e Popolo” n° 786 dove aveva rivestito vari incarichi e anche quello di M:.V:. per un triennio.
La sua professionalità e l’entusiasmo lo hanno portato ad incarichi di responsabilità nella Massoneria Azzurra ottenendo l’onorificenza della Giordano Bruno d’argento.
Ha collaborato a varie riviste ed alla stesura di collane e di libri di poesie. Era membro della Redazione della Rivista L’ipotenusa con notevoli apporti intellettuali.
Col raggiungimento del 33° ha svolto l’incarico di segretario dell’Ispettorato del Lazio ed è stato nominato quale Commissario per la Regione Sicilia: attualmente faceva parte anche di commissioni in capo al Rito.
Era stato insignito con l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce del RSAA, ed era nel Ruolo d’Onore.
Quando l’indimenticabile Fr. Giacomo Manzo rifondò a Roma l’Accademia degli Oziosi, già attiva a Napoli fin dal 1611, Gianni ricoprì l’incarico di Gran Ciambellano. L’Accademia degli Oziosi organizzò a Roma l’8 Ottobre 2014, a Palazzo Ferraioli in Piazza Colonna, un Convegno Italo – Greco sul tema della restituzione delle metope di Fidia del Partenone d’Atene, esposte a Londra nel British Museum.
Gianni Scialanga e Dario Seglie, IFRAO-UNESCO Liaison Officer, furono i moderatori della giornata di studi, volti a richiedere la restituzione dei marmi di Fidia alla Grecia.
La repentina scomparsa di Gianni lascia un grande incolmabile vuoto per gli amici fraterni che lo hanno conosciuto e frequentato.
Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa fecero irruzione nel campo di Auschwitz e per la prima volta fu alzato il sipario sull’immenso ed inimmaginabile orrore dei lager nazisti. Ogni anno dal 2005 (in Italia dal 2000) sulla base di una risoluzione delle Nazioni Unite si celebra in quella data la Giornata della Memoria, per ricordare le vittime dello sterminio attuato dalla Germania nazista e dai suoi alleati: miilioni di persone, ebrei, zingari, omosessuali, disabili, massoni, rom, sinti, jenish, testimoni di Geova, pentacostali, minoranze slave delle regioni occupate nell’Europa orientale. Un lutto incancellabile per il mondo intero.
Il valore della pace
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale l’Occidente si impegnó solennemente a fare il possibile per evitare che quell’ Olacausto potesse ripetersi. Si impegnó a mai dimenticare. Una promessa che oggi sembra vacillare dinanzi ai conflitti che infuriano non troppo lontano da noi, dinanzi alla loro insensata brutalitá, alle stragi di civili, ai massacri di innocenti, alla scia inarrestabile di sangue. Il mondo sembra aver dimenticato il valore della pace. Quel valore che é intrinseco nella Giornata della Memoria, ne rappresenta il significato autentico attraverso l’ immane dolore, di cui é espressione, che deve farci riscoprire il senso vero della fratellanza, solo antidoto ai razzismi.
Le pietre d’inciampo
E se a Roma finalmente nascerá il Museo della Shoah, Empoli si è fatta avanti proponendosi come sede del Progetto delle Pietre d’Inciampo, che prevede la realizzazione di un archivio in cui saranno raccolte foto, storie e testimonianze delle vittime dell’Olocausto, e di una mappa interattiva dove si potranno vedere le ubicazioni di tutte le targhe incastonate nelle strade del territorio per ora della Toscana. Un patrimonio che sarà disponibile sia online che in formato cartaceo. La speranza è che altre cittá seguano l’esempio e si mettano in rete. Le pietre di inciampo sono piccoli blocchi quadrati di pietra (10×10 cm), ricoperti di ottone lucente, posti davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995 su iniziativa dell’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del nazifascismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. Grazie a un passa-parola tanto silenzioso quanto efficace, oggi si incontrano Pietre d’Inciampo in oltre 2.000 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria.
I massoni nei lager
Duecentomila si stima finora siano stati i liberi muratori che nei paesi occupati dalla Germania il regime di Hitler perseguitò e deportò, a partire dal 1934, distruggendone le logge, sequestrando beni e documenti, gran parte dei quali oggi sono stati ritrovati a Poznan in Polonia, dove gli studiosi li stanno catalogando e
riordinando. Per mettere in atto la repressione massonica il Terzo Reich costituì una sezione speciale ad hoc, la II/111 del Servizio di sicurezza delle SS, sotto la direzione di Heinrich Himmler. Nei lager i massoni, al pari degli altri detenuti politici dovevano indossare un triangolo rosso mentre la stella di Davide era riservata agli ebrei, il triangolo rosa agli omosessuali, quello viola ai testimoni di Geova…quello marrone agli zingari. Ma oggi il simbolo che commemora quei fratelli martiri è il Non ti scordar di me, fiore che in Germania durante gli anni delle persecuzioni veniva utilizzato dai liberi muratori che operavano in clandestinità come segno di riconoscimento. Recentemente è stato scoperto che all’interno della Baracca 6 del campo di concentramento nazista di Emslandlager VII, in Bassa Sassonia, si era costituita il 15 novembre del 1943, la loggia Liberté chérie, Amata Libertà. A fondarla in quel momento così drammatico erano stati sette liberi muratori detenuti politici. Il bellissimo nome che le fu dato riecheggia le parole dellaMarsigliese. La leggendaria officina apparteneva all’obbedienza massonica del Grande Oriente del Belgio, con il numero d’immatricolazione 29bis.
E’ appena uscito con Perugia Libri “Antichi Doveri Eterni Valori”, un volume che contiene la raccolta completa delle allocuzioni del Gran Maestro Stefano Bisi dal 2014 al 2023. E’ possibile acquistarne una copia attraverso il sito Erasmonotizie.it, oppure telefonando al numero 335.347260, o ancora, via email, scrivendo all’indirizzo giampaolo.pagiotti@gmail.com
Ecco di seguito la premessa al volume a firma del GM
“Sembra ieri eppure sono passati più di 41 anni da quel 24 settembre del 1982 quando salii le scale del palazzo austero ed elegante di via Montanini 101 per essere iniziato nella loggia Montaperti del Grande Oriente d’Italia. Rivedo le facce di coloro che mi avevano accolto nel tempio dei liberi muratori. C’erano Marco il venerabile, Romano l’oratore, e tra le colonne Roberto e Guido i giornalisti, Nilo il bancario, Carlo e Graziano i dentisti, Luciano il bancario, Beppe e Cesare i medici, Mario l’informatore farmaceutico, Pier Guido il commerciante, Luigi il geometra e Dino il pensionato del distretto militare. Era la mia loggia madre e tale è ancora.
Avevo i capelli e un vestito blu, camicia bianca e cravatta di maglia, come andavano di moda in quegli anni sconvolti dal terrorismo e dalla P2. Quella sera, con le gambe un po’ tremolanti, non pensavo che 15 anni dopo sarei diventato il maestro venerabile, dopo 25 presidente del collegio della Toscana e dopo 32 addirittura gran maestro della più antica e numerosa comunione massonica italiana. Eppure così è successo.
Ho portato anche io un mattone lungo dieci anni nella gloriosa storia del Grande Oriente d’Italia e ho voluto rivivere questi anni avventurosi e affascinanti, tumultuosi e romantici rileggendo le allocuzioni delle gran logge e degli equinozi d’autunno. È un modo, anche questo, per portare la storia nel futuro. Le radici sono buone se siamo riusciti ad attraversare mari in burrasca. Vanno conservate, consolidate, sviluppate e migliorate. L’obiettivo quando è cominciato il percorso era consegnare una comunione migliore di come l’ho trovata. Tutti assieme, credo, che ci siamo riusciti. Siamo già nel futuro”.
(Nuoro 25 Marzo 1944 – Torino 10 Ottobre 2023)
14 Settembre 1901; all’età di 42 anni Theodore Roosevelt diventa il più giovane Presidente USA, anno in cui divenne Massone c/o la Matinecock Lodge No. 806 di Oyster Bay. Fu anche PremioNobel per la pace nel 1906.
Stiamo vivendo una fase delicata della storia dell’umanità, contrassegnata sempre più da profondi cambiamenti a tutti i livelli. La pandemia, la crisi energetica, i mutamenti climatici, le conseguenze della guerra fra Russia e Ucraina, e la rivoluzione digitale hanno prodotto e continueranno a esercitare in futuro scenari e condizioni che muteranno il nostro modo di vita quotidiano e influenzeranno anche in maniera significativa il mondo del lavoro e l’attività produttiva affidata ora alla persona. In particolare il ricorso alla cosiddetta Intelligenza Artificiale è destinato ad aumentare in modo esponenziale in un futuro prossimo modificando il concetto stesso di tanti lavori che saranno affidati a macchine pensanti, a robot in grado di sostituire l’uomo e di interagire sotto il suo controllo.
Da quando il geniale matematico inglese Alan Turing nel 1950 creò la sua “macchina” di calcolo logico, in pratica il primo computer, aprendo la strada a tutto quello che vediamo oggi, il progresso è stato costante come la domanda “ma le macchine possono pensare?” che Turing si pose allora e che continua far riflet-tere e discutere.
L’Intelligenza Artificiale sarà motivo di benessere ed ulteriore sviluppo della no-stra prosperità oppure potrà, se non usata in modo equilibrato, generare ulteriori conflitti occupazionali? È questo l’interrogativo e al tempo stesso anche la sfida più importante che ci attende e che sottoponiamo all’attenzione di tutti in questa ricorrenza del XX settembre, data epica per questa nostra amata nazione. Con una rassicurante certezza: nessuna macchina, per quanto sofisticata, potrà sosti-tuire il cervello umano, il pensiero e la coscienza della persona. Nessun robot può fare domande. Nessun robot verserà mai una lacrima.
Viva la Libertà
Viva la Laicità
Viva il Grande Oriente d’Italia Il Gran Maestro
Stefano Bisi
(dal sito web del GOI)
Il 24 luglio 1783 nasceva a Caracas, in Venezuela, una delle figure più influenti nella storia dell’America Latina: Simon Bolivar, il Libertador, l’uomo che nel XIX secolo guidó la lotta per l’indipendenza dei paesi sudamericani contro il dominio coloniale spagnolo nel XIX secolo. Aveva 20 anni quando nel 1803 venne iniziato alla Massoneria, nella loggia Lautaro a Cadice, in Spagna, dove conobbe due protagonisti della Rivoluzione bolivariana, José de San Martín e Mariano Moreno, anche loro liberi muratori. Nel maggio 1806, a Parigi divenne anche Gran Maestro della Loggia Madre di San Alessandro di Scozia. Bolivar proveniva da una famiglia benestante e aristocratica che lo mandó a studiare in Europa, dove ebbe l’opportunità di entrare in contatto con la cultura e la filosofia illuminista che alimentavano il fuoco della ribellione che bruciava dentro di lui, fuoco che una volta tornato in patria lo trasformò in un vero eroe della storia. La morsa del dominio coloniale spagnolo stringeva la regione e fu Bolivar a guidare la rivoluzione venezuelana, lottando per liberare il suo paese dall’oppressione straniera. La sua abilità militare si manifestò nella famosa “Campagna Admirable” (1813) una serie di audaci manovre militari che resero indipendente gran parte del Venezuela e gli fecero guadagnare il titolo di El Libertador. Il 6 agosto 1825 l’Alto Perù divenne un nuovo Stato con il nome di “Repubblica di Bolívar”, successivamente cambiato in Bolivia; il progetto d’indipendenza del Sudamerica dalla Spagna, a cui Bolívar aveva dedicato la sua intera vita, era finalmente completo. Ma il suo spirito appassionato lo portó oltre i confini del Venezuela. Bolivar attraversó le frontiere per liberare i paesi vicini dall’oppressione spagnola. Combatté in Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, cercando di creare un’unione di nazioni libere e sovrane che chiamò la “Grande Colombia”. La sua aspirazione era quella di creare una federazione di stati sudamericani, uniti dai valori di libertà, indipendenza, uguaglianza e fratellanza. Un sogno improntato ai principi della Libera Muratoria che grande influenza esercitarono su di lui, sulla sua visione del futuro, durante tutto il corso della sua vita.
30 Luglio 2023 – (dal sito web del GOI)