IL 27 GENNAIO É LA GIORNATA DELLA MEMORIA. LA SHOAH É UN LUTTO INCANCELLABILE PER L’UMANITÁ TUTTA

Myosotis sylvatica compacta 'Victoria light-blue' - SeedScape

Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa fecero irruzione nel campo di Auschwitz e per la prima volta fu alzato il sipario sull’immenso ed inimmaginabile orrore dei lager nazisti. Ogni anno dal 2005 (in Italia dal 2000) sulla base di una risoluzione delle Nazioni Unite si celebra in quella data la Giornata della Memoria, per ricordare le vittime dello sterminio attuato dalla Germania nazista e dai suoi alleati: miilioni di persone, ebrei,  zingari, omosessuali, disabili, massoni, rom, sinti, jenish, testimoni di Geova, pentacostali, minoranze slave delle regioni occupate nell’Europa orientale. Un lutto incancellabile per il mondo intero.

Il valore della pace

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale l’Occidente si impegnó solennemente a fare il possibile per evitare che quell’ Olacausto potesse ripetersi. Si impegnó a mai dimenticare. Una promessa che oggi sembra vacillare dinanzi ai conflitti che infuriano non troppo lontano da noi, dinanzi alla loro insensata brutalitá, alle stragi di civili, ai massacri di innocenti, alla scia inarrestabile di sangue. Il mondo sembra aver dimenticato il valore della pace. Quel valore che é intrinseco nella Giornata della Memoria, ne rappresenta il significato autentico attraverso l’ immane dolore, di cui é espressione, che deve farci riscoprire il senso vero della fratellanza, solo antidoto ai razzismi.

Le pietre d’inciampo
E se a Roma finalmente nascerá il Museo della Shoah, Empoli si è fatta avanti proponendosi come sede del Progetto delle Pietre d’Inciampo, che prevede la realizzazione di un archivio in cui saranno raccolte foto, storie e testimonianze delle vittime dell’Olocausto, e di una mappa interattiva dove si potranno vedere le ubicazioni di tutte le targhe incastonate nelle strade del territorio per ora della Toscana. Un patrimonio che sarà disponibile sia online che in formato cartaceo. La speranza è che altre cittá seguano l’esempio e si mettano in rete. Le pietre di inciampo sono piccoli blocchi quadrati di pietra (10×10 cm), ricoperti di ottone lucente, posti davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995 su iniziativa dell’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del nazifascismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. Grazie a un passa-parola tanto silenzioso quanto efficace, oggi si incontrano Pietre d’Inciampo in oltre 2.000 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria.

I massoni nei lager
Duecentomila si stima finora siano stati i liberi muratori che nei paesi occupati dalla Germania il regime di Hitler perseguitò e deportò, a partire dal 1934, distruggendone le logge, sequestrando beni e documenti, gran parte dei quali oggi sono stati ritrovati a Poznan in Polonia, dove gli studiosi li stanno catalogando e
riordinando. Per mettere in atto la repressione massonica il Terzo Reich costituì una sezione speciale ad hoc, la II/111 del Servizio di sicurezza delle SS, sotto la direzione di Heinrich Himmler. Nei lager i massoni, al pari degli altri detenuti politici dovevano indossare un triangolo rosso mentre la stella di Davide era riservata agli ebrei, il triangolo rosa agli omosessuali, quello viola ai testimoni di Geova…quello marrone agli zingari. Ma oggi il simbolo che commemora quei fratelli martiri è il Non ti scordar di me, fiore che in Germania durante gli anni delle persecuzioni veniva utilizzato dai liberi muratori che operavano in clandestinità come segno di riconoscimento. Recentemente è stato scoperto che all’interno della Baracca 6 del campo di concentramento nazista di Emslandlager VII, in Bassa Sassonia, si era costituita il 15 novembre del 1943, la loggia Liberté chérie, Amata Libertà. A fondarla in quel momento così drammatico erano stati sette liberi muratori detenuti politici. Il bellissimo nome che le fu dato riecheggia le parole dellaMarsigliese. La leggendaria officina apparteneva all’obbedienza massonica del Grande Oriente del Belgio, con il numero d’immatricolazione 29bis.