“Garibaldi e il mare”. Dal 7 al 9 Luglio 2023 si é tenuto a Roma il XII Meeting Mondiale delle logge intitolate all’Eroe dei due mondi

“Garibaldi e il mare”. Dal 7 al 9 Luglio 2023 si é tenuto a Roma il XII Meeting Mondiale delle logge intitolate all’Eroe dei due mondi

Sabato 8 luglio, alle 15, a Roma, presso l’Hotel NH Collection, in Corso d’Italia, si é tenuta la tornata rituale, alla quale ha partecipato il Gran Maestro Stefano Bisi, momento clou del XII Meeting Mondiale delle Logge Garibaldi, evento organizzato quest’anno dalle officine della capitale Garibaldi Pisacane Da Ponza Hod n. 160 e Giuseppe Garibaldi n. 1188 .

“Garibaldi e il mare” é stato il tema della manifestazione che si é articolata in tre giornate: 7, 8 e 9 luglio 2023. L’evento, varato nel 2010, ha cadenza annuale e si propone di riunire i fratelli di tutte le officine regolari del mondo che portano il nome del Primo Massone d’Italia. La conferenza di apertura si é tenuta venerdí sera a Casa Nathan, ed é stata seguita dalla cerimonia di deposizione di fiori dinanzi al monumento di Garibaldi al Gianicolo. Dedicata alle visite guidate su richiesta degli ospiti la giornata di domenica.

Lo stemma italiano ha 75 anni, a realizzarlo fu il valdese e massone Paolo Paschetto

Lo stemma italiano ha 75 anni

a realizzarlo fu il valdese e massone Paolo Paschetto

Il 5 maggio 1948 l’Italia repubblicana, al termine di un lungo percorso durato ventiquattro mesi, due pubblici concorsi e un totale di 800 bozzetti, presentati da circa 500 cittadini, fra artisti e dilettanti, si dotava del suo stemma così ufficialmente descritto: composto di una stella a cinque raggi di bianco, bordata di rosso, accollata agli assi di una ruota di acciaio dentata, tra due rami di olivo e di quercia, legati da un nastro di rosso, con la scritta di bianco in carattere capitale “Repubblica Italiana”.

L’autore del bozzetto che venne selezionato e poi sottoposto all’approvazione dell’Assemblea Costituente era Paolo Paschetto, massone e valdese. Nato il 12 febbraio 1885 a Torre Pellice (TO), Paschetto, che ha vissuto per un lungo periodo a Roma (sue sono le vetrate della chiesa valdese di Piazza Cavour e della chiesa metodista di via XX Settembre), è stato attivo nel campo della decorazione d’interni e delle arti applicate, dell’illustrazione e della grafica editoriale, dell’incisione e della pittura di paesaggio. Il Comune di Roma gli ha intitolato il viale sito all’interno di Villa Torlonia dove gli era stata dedicata nel 2016 anche una mostra e dove, presso la Casa delle civette, sono conservate alcune sue opere e bozzetti.

L’allocuzione2023 del Gran Maestro Stefano Bisi: fieri dei nostri Antichi Doveri ed Eterni Valori

L’allocuzione 2023 del Gran Maestro Stefano Bisi: fieri dei nostri Antichi Doveri ed Eterni Valori

Gentili signore e signori ospiti, fratelli carissimi del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani

Buonasera e Grazie di essere qui in questo Tempio per noi sacro allestito all’interno del Palacongressi di Rimini dove i liberi muratori si riuniscono una volta l’anno per lavorare tutti insieme e quest’anno siamo  davvero tanti. Molti fratelli vengono da lontano, da molto lontano. E per arrivare fin qui avete fatto sacrifici, avete lasciato il lavoro, le famiglie, vi auguro che la vostra partecipazione sia ripagata da giorni laboriosamente sereni. Mentre era in partenza per venire qui in Gran Loggia un malore ha colpito il fratello Pino maestro venerabile della Logoteta di Reggio Calabria che lascia due figlie e fratelli molto legati a lui per il suo equilibrio e generositá. Ci siamo trovati anche nel periodo peggiore e drammatico della pandemia che ha lasciato strascichi pesanti sul piano morale ed economico. Riuniendoci qui per due volte nellla fase piu’ complessa dell’umanitá abbiamo dato prova della nostra capacitá di saper coniugare le regole iniziatiche con quelle dettate dall’emergenza sanitaria.

Ci ritroviamo  da oltre trecento anni in tutte le parti del globo, seguendo precise e auree regole che si tramandano dal 1723 e che si chiamano Antichi Doveri, norme sottoscritte dal reverendo Anderson ed in seguito rielaborate da altri nobili padri massoni.
Queste regole sono le fondamenta della Massoneria, sono quelle che sorreggono la nostra grande casa universale. Esse ci impegnano innanzitutto moralmente ad osservare dei precisi comportamenti all’altezza della grande Istituzione di cui facciamo orgogliosamente parte. Sono i nostri eterni, luminosi e insostituibili valori come recita il titolo scelto per questa Gran Loggia di Rimini.

Non vi farò la storia degli antichi dovere ma vi parleró del motivo perché essi sono colonne vive, pulsanti come il battito del cuore, e più che mai attuali e necessari in questa fase piuttosto buia e preoccupante della Storia Umana contrassegnata da una guerra che purtroppo insanguina l’Europa e da tensioni sociali e problemi economici che mettono a rischio l’uomo e la dignità di avere un lavoro.

Sapete come si chiamano i nostri eterni valori?  Ve li sintetizzo: Libertà

Uguaglianza

Fratellanza

Tolleranza

Solidarietà
Unione
Dialogo
Rispetto
Merito
Etica

Cultura
Pace

e Amore
verso il prossimo.

E non sono soltanto titoli. Accanto ad ognuna di queste parole possiamo mettere la descrizione di cose fatte, che abbiamo fatto, che facciamo. Libertá. La nostra più grande Libertà è quella di pensare e di essere liberi di farlo. Quella che affonda le radici nel profondo della coscienza individuale. Che ci spinge alla ricerca costante della Verità. Ma ricordo ancora una volta che libertá vuol dire responsabilitá. E quindi è necessario un uso responsabile delle parole.

L’Uguaglianza per noi significa che ciascun essere umano  sia posto nella condizione di parità per vivere la propria vita; vuol dire che ad ogni individuo siano concesse pari condizioni di sviluppo, fino al momento in cui il suo valore individuale lo differenzi dai suoi simili. A tutti deve essere consentita un’infanzia serena, a tutti l’istruzione, a tutti un lavoro. A tutti senza pregiudizi e senza discriminazioni legate al colore della pelle o alla nazionalità.

La Fratellanza, che rappresenta il terzo elemento costitutivo del trinomio massonico, l’essenza stessa della Libera Muratoria.

Siamo tutti formati dalla stessa materia terrena, siamo figli della nostra grande madre terra.

Di conseguenza tutti gli uomini, e in primo luogo i Massoni, debbono sentirsi fratelli. Li abbiamo chiamati Mattoni della Fratellanza i sostegni dati ai nostri fratelli e luci della speranza i riflettori per il campo sportivo di Norcia  e le borse di studio per i ragazzi che conseguirono la maturitá tra una scossa di terremoto e l’altro.

La Tolleranza per noi costituisce un valore impareggiabile. La Tolleranza nel rispetto delle regole condivise. La solidarietá invece per noi è e deve essere sempre un dovere gradito da compiere verso tutti.

Siamo uomini di Dialogo e lo siamo da sempre. Ecco perché non devono mai mancare il rispetto verso gli altri, l’etica nel comportamento e il riconoscere i meriti della persona. Ne abbiamo parlato in questi anni con tante persone esterne al Grande Oriente d’Italia, anche in questa Gran Loggia.

Ecco libertá, uguaglianza, fratellanza e cosí via. Capite bene l’importanza di questi principi, che se ci guardiamo attorno, trovano sempre meno riscontro nel mondo in cui siamo immersi, mentre per noi continuano ad essere un’eterna bussola e un faro che illumina notte e giorno il nostro cammino. Sono i pilastri della nostra scuola, che non è una universitá del sapere saputo ma una scuola  dove si forgiano uomini capaci di ben dire, ben fare, ben operare ben agire rispettando rispettando per primi i magnifici valori della Costituzione repubblicana che ha appena compiuto 75 anni e che vogliamo celebrare anche in questa Gran Loggia anche inviando un caloroso e deferente messaggio di saluto al nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella, simbolo e garante dell’unitá nazionale. Raccogliamo il suo invito a “mettersi alla stanga”. La stanga è quella del carro trainato dai buoi. “Mettersi alla stanga” vuol dire mettersi a lavoro. Noi ci siamo illustre presidente, “ci mettiamo alla stanga” e “stiamo nel solco”, cioè rispettiamo la Costituzione e le leggi. E per questo chiediamo rispetto a chi non sempre lo porta ai massoni, che pure questa patria hanno contribuito a costruire nel Risorgimento e nella Guerra  di Liberazione.

Per noi questa Carta da cittadini e da massoni rappresenta il più alto dei valori da difendere perché in essa sono contenuti ineludibili principi di libertà, del pensiero, delle opinioni e della diversità politiche, religiose, della dignità, del diritto all’Istruzione, e del rispetto della persona e della solidarietà.

Ancora oggi la Costituzione è considerata un modello, un’opera d’arte, venuta fuori dal lavoro compiuto dall’Assemblea dei 75 guidata sapete da chi? Da un massone,  grande giurista: Meuccio Ruini. Un padre nobile di questa nostra Italia che è stato dimenticato da molti. Pochissime cittá, pensate, hanno vie intitolate a lui, a quell’uomo che una volta in un momento difficile disse: “Affronto quest’opera con la stessa fermezza con la quale con i capelli grigi andai sul Carso”>

Rileggere a tanti anni di distanza questo suo pensiero mette i brividi e suscita profonde riflessioni in un Momento sempre più contrassegnato da divisioni politiche. “Finora qui dentro – disse Ruini – ci siamo divisi, urtati, lacerati nella stessa discussione del testo costituzionale. Ma vi era uno sforzo per raggiungere l’accordo e l’unità. Ed ora io sono sicuro che nell’approvazione finale il consenso sarà comune ed unanime e dirò che, al di sotto di una superficie di contrasto, vi è una sola anima italiana. L’Italia avrà una Carta costituzionale che sarà sacra per tutti gli italiani”.

Sacra, appunto, ed emozionante quel giorno, il 22 giugno del 1947, in cui il testo costituzionale stava per essere sottoposto all’approvazione finale. “C’è una percepibile euforia nell’aria – raccontano le cronache – Meuccio Ruini, era riuscito non solo grazie alla sua indubbia capacità dialettica e sapienza giuridica, ma anche a un entusiasmo ed a una simpatia, davvero incontenibili, ad ottenere l’adesione pressoché unanime dei costituenti alle soluzioni proposte”. Ci riuscì. Il massone Meucci, riuscì a fare quella Costituzione che ci fa sentire oggi cittadini liberi ma ci ricorda che per essere liberi occorre poter esercitare i diritti che derivano dall’ osservanza dei nostri doveri. Noi liberi muratori non dimentichiamo mai di farlo.

E tra i nostri diritti c’è quello di riavere quel palazzo che porta il nome di Gustiniani che ci è stato tolto a forza di botte e arresti da regime fascista e che non ci è stato riconsegnato dalla Repubblica  democratica e antifascista per pretestuosi cavilli .  Non ci vorrebbero dare neppure quei 140 mq per farci un museo come ci era stato promesso attraverso una transazione firmata dal presidente del Senato Giovanni Spadolini. E’giunta l’ora che venga dato seguito a quell’atto e sono certo che l’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa vorrá essere degno del suo illustre predecessore che intendeva rendere merito alla massoneria per quanto fatto nel risorgimento italiano. Aspettiamo fiduciosi, ma la nostra non è un’attesa passiva. Tutto sará fatto affinché una palese ingiustizia venga sanata. Ci vorranno 50 anni, 30, 20, 10, un mese, ma quella pagina della nostra storia ci verrá riconsegnata e accadrá perché una istituzione statale nonpuo’ mancare a una parola data. Anzi piu’ che un aparola non puo’ non rispettare un atto scritto. Anche questa è cultura, è educazione alla cultura. Cultura della legalitá. Rispettare quello che si dice e che si scrive.  E sarebbe bello e giusto che il museo che nascerá venisse intitolato a Meuccio Ruini, proprio in quel Palazzo Giustiniani dove nel 1947 venne firmata la Costituzione  della Repubblica che il nostro fratello volle e per la quale mise a disposizione tutta la sua saggezza, intelligenza, caparbia determinazione. Tutti insieme per onorare uno statista, un massone, che ha dato all’Italia la carta delle libertá di tutti. Noi siamo pronti anche con la Fondazione Grande Oriente d’Italia che ha permesso di recuperare molti documenti sequestrati dal fascismo grazie alla convenzione con l’Archivio centrale dello stato e di avviare attivitá culturali come quelle che avvengono anche in questa Gran Loggia,

Per noi massoni è sempre stato ed è fondamentale il ruolo della Cultura, dell’istruzione che serve a far crescere i giovani su basi solide garantendo a tutti il diritto allo studio e premiando il merito di alunni e insegnanti. Una Scuola che funziona è un dovere dello Stato e un diritto di ogni persona. Come diceva Jose Marti “Un popolo istruito sarà sempre forte e libero”. Ed è per questo che il Grande Oriente d’Italia ogni anno eroga borse di studio a ragazzi meritevoli, da nord a sud.

La buona scuola ha bisogno di risorse, di investimenti ma anche di insegnanti capaci di dare il meglio e di farsi amare dai ragazzi, di lasciare il segno. Vi racconto tre storie, Come quella dei due Professori che qualche mese fa hanno commosso l’Italia per le loro storie Umberto Gastaldi, 82 anni, ha lasciato un ricordo cosí positivo nei suoi ex allievi, che lo descrivono come un insegnante che li ha stimolati a ragionare e a sviluppare il loro pensiero critico. Saputo che era solo e malato lo hanno cercato e ritrovato in una casa di cura e fanno i turni per assisterlo. O come la storia di Maria Simon, l’ex professoressa dell’Istituto comprensivo Marco Polo di Prato che ha deciso di lasciare in eredità alla scuola per permettere a studenti meritevoli e bisognosi di proseguire gli studi. Una decisione che l’insegnante ha preso ispirandosi alla sua storia personale: lei stessa aveva portato a compimento gli studi, nonostante le difficoltà economiche familiari, grazie all’aiuto di sua madre e di sua zia. E poi c’è quella dei liceali della provincia di Frosinone che non sono andati in gita scolastica per festeggiare i 18 anni della loro compagna costretta in carrozzina. Tre belle storie, istruttive.

C’è bisogno che la scuola sia anche un modello formativo capace di aggregare anche coloro che vivono in situazioni e quartieri a forte rischio. Può salvare molti ragazzi altrimenti condannati a vite di malaffare e criminalità organizzata. Se leggete la testimonianza di malavitosi finiti in carcere vi diranno che della loro vita direbbero una sola cosa “Saremmo andati a scuola per imparare a scrivere, a parlare e soprattutto ad ascoltare”

Viviamo in un mondo in cui si fa un gran parlare. Si parla a volte anche troppo e si ascolta poco, pochissimo. Si aggredisce il prossimo ed il più delle volte lo si ferisce dimenticando la sacralità della parola. Imparare a parlare è più facile che imparare a stare in silenzio. Noi massoni lavoriamo in silenzio e non abbiamo alcun timore di portare avanti le nostre idee e le nostre azioni. “Dica pur chi mal dir vuole/Noi facciamo e voi direte” scrisse Lorenzo Il Magnifico. Un motto che abbiamo fatto nostro anche nei momenti più difficili.

Abbiamo le spalle forti e lo abbiamo dimostrato. Siamo stati capaci di superare il periodo più nero che la Massoneria abbia mai avuto in Italia dopo il Ventennio. Gli anni della P2 e quelli del Biennio Nero ’92 93 e quelli della Commissione Antimafia che nulla partorí. Ci hanno attaccato, aggredito, usato titoloni anche nelle recenti vicende legate alla cattura dell’ex superlatitante. Ci assumiano le nostre responsabilitá per ogni pagina della nostra storia, ma ognuno si assuma le proprie. Ci attaccano, ci aggrediscono.Ma noi siamo trasparenti e per la giustizia. Si, per la giustizia, crediamo che la sacralitá della giustizia risieda nel dovere di impedire che si faccia ingiusta percheé le ferite restano: gli altri dimenticano, ma chi le ha subite le ferite restano e il risarcimento della memoria è sempre una cambiale scaduta. Giustizia, una parola bellissima. “Giustizia è fatta” è un’espressione che ho utilizzato quando la Gran Loggia Unita di Inghilterra ci ha restituito il riconoscimento che ci era stato ingiustamente tolto 30 anni fa. Dedico il ripristino di quel riconoscimento a quei fratelli che nel Biennio Nero ’92 ’93 subirono pesanti umiliazioni. Penso all’allora Gran Segretario Alfredo Diomede che fronteggió i carabineri mandati da Cordova e la fuga del Gran Maestro; penso a Paolo che vidi salire su una pantera della polizia per andare in questura per essere interrogato; penso a Franco e Leonardo, Ettore, a Eraldo, ad Alberto e a Graziano. A Graziano soprattutto che nel silenzio piú rigoroso si è prodigato fino all’ultimo dei suoi giorni terreni per farci ottenere il riconoscimento della Sovrana Gran Loggia di Malta, che ha allargato la strada per il ripristino della Gran Loggia Unita di Inghilterra.  Graziano ha lasciato la sua terra, la sua famiglia, e tutti noi da poche settimane. Ha lasciato davvero un vuoto. Anche a suo nnome dico: Giustizia è fatta. E di questa Giustizia fatta sono e dobbiamo essere fieri.  Ci siamo umili operai del cantiere infinito della persona che oggi si prova a governare solo con la scienza con la tecnologia. Certo che ci vuole la tecnologia ma servono scienza e anima. Noi l’anima l’abbiamo e dobbiamo elevarla sempre piu’ migliorando noi stessi e gli altri lavorando duramente la nostra pietra.

Guardiamo avanti, guardiamo al futuro, il futuro è davanti a noi, il futuro è qui. Il tempo c’è, dobbiamo trovarlo tenendo in mente quello che diceva Gandhi: “Voi occidentali avete l’ora ma non avete mai il tempo”. Il tempo c’è. Sapete perché il parabrezza è più grande dello specchietto retrovisore? Perché la strada davanti è più importante e piú larga di quella che si lascia alle spalle. E noi abbiamo tanta strada da percorrere insieme e la percorreremo,

Carissimi fratelli vi chiamo cosí davanti ai vostri familiari, e  a loro dico che devono essere orgogliosi di voi. Capire che la sera andate in loggia perché ci credete perché volete diventare uomini migliori. A nome dei miei fratelli chiedo scusa ai famigliari e amici. Chiedo scuso perché non cenate insieme a loro, perché vi sentite trascurati, perché se un fratello ci chiama per un aiuto ai limiti del lecito e del possibile ci impegniamo subito come talvolta non si fa con un congiunto. Vi chiedo scusa perché in loggia arriviamo sempre puntuali, perché ci ricordiamo all’ultimo momento di andare a prendere i figli a scuola. Vi chiedo scusa perche se per colpa vostra i famigliari vengono discriminati sul posto di lavoro. Vi chiedo scusa, ma famigliari e amici chiedono comprensione, perché noi ci crediamo. Crediamo in quello che facciamo per diventare persone migliori. Ci crediamo e ci crederemo. Proseguiamo il nostro percorso imperterriti nel nostro cammino a testa alta, con i nostri tanti pregi e molti difetti. Innalziamo templi alla virtú. Fieri del nostro ruolo e delle nostre responsabilità, dei nostri antichi doveri ed eterni valori.

Viva il Grande Oriente d’Italia, viva l’Italia!

Stefano Bisi,

Gran Maestro del GOI

Rimini, 14 Aprile 2023

 

Il 10 gennaio del 1917 passava all’Oriente Eterno il leggendario fratello Buffalo Bill

Il 10 gennaio del 1917 passava all’Oriente Eterno il leggendario fratello Buffalo Bill

Il 10 gennaio 1917 moriva a Denver il fratello e leggendario soldato, cowboy e showman americano Buffalo Bill, nome d’arte di William Frederick Cody. Ai suoi funerali massonici che si tennero quattro mesi dopo quelli di stato, parteciparono oltre 15 mila persone.

Nato a Le Claire (Iowa) il 26 febbraio 1846, venne iniziato alla Libera Muratoria nel giorno del suo 24esimo compleanno mentre era al servizio del generale  Phil Sheridan con incarichi di esploratore e procacciatore di bestiame per le truppe e un anno dopo divenne maestro.

Risultati immagini per Buffalo Bill e il suo incontro con papa Leone XIII

Cody ebbe una lunga carriera militare che durò fino al 1872, nel corso della quale combattè gli indiani d’America ma li trattò anche da amici. Congedato con una medaglia al valore, già famoso, Cody si guadagnò da vivere sfruttando la sua leggenda, con gli spettacoli che mise in scena e che portò in tutto il mondo, Italia compresa, sotto il nome di Wild West Show, contribuì più di ogni altro a diffondere il mito del West. Con lui anche un suo ex nemico, il capo indiano Toro Seduto (1831-1890).

La figura del celebre cacciatore di bisonti ha ispirato, in modo più o meno diretto, tantissimi film. Basti pensare al celebre Buffalo Bill e gli indiani (1976) di Robert Altman, interpretato da Paul Newman o al più recente Hidalgo – Oceano di fuoco (2004).

“Antichi Doveri Eterni Valori” il titolo della Gran Loggia 2023 che si terrá il 14 e 15 aprile a Rimini

“Antichi Doveri Eterni Valori” il titolo della Gran Loggia 2023 che si terrá il 14 e 15 aprile a Rimini

“Antichi Doveri, Eterni Valori” è il titolo che è stato scelto per la Gran Loggia 2023 che si terrà il 14 e 15 aprile come di consueto al Palacongressi di Rimini. Titolo ispirato e dedicato al trecentesimo anniversario delle Costituzioni dei Liberi Muratori, pubblicate a Londra nel 1723, sei anni dopo la nascita della Massoneria speculativa. Un testo, la cui stesura fu affidata, al reverendo James Anderson, le cui regole sono considerate i Landmarks, le basi costitutive, della Massoneria moderna, capisaldi di riferimento per tutte le logge regolari del mondo. Leggi qui

The Constitutions of the Free-Masons, 1723

 

I due San Giovanni, i Solstizi e la Massoneria

I due San Giovanni, i Solstizi e la Massoneria

San Giovanni Battista (Leonardo da Vinci)

 

 

San Giovanni Evangelista  (Cimabue)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 27 dicembre è la festa di San Giovanni Evangelista, uno dei due  patroni della Massoneria insieme a San Giovanni Battista, la cui ricorrenza cade il 24 giugno. Figure simboliche che nella concezione esoterica coincidono con la conclusione rispettivamente del Solstizio d’inverno e del Solstizio d’ estate, eventi astronomici che durano alcuni giorni e che insieme agli Equinozi scandiscono  i lavori rituali massonici nell’arco di un anno segnando il ritmo delle attività degli uomini e la loro ricerca di armonia con il cosmo.

Il fenomeno del sole che apparentemente (perché è la terra a muoversi) raggiunge il punto di declinazione minima ( o massima in estate) sull’orizzonte est del pianeta e pare  fermarsi , sol sistere, appunto , per poi riprendere il suo cammino ascendente (o discenente),  è stato osservato e studiato fin dall’antichità e celebrato in tutto il mondo con feste e riti speciali. Tra le raffigurazioni artistiche piu celebri di tutti i tempi dei due Giovanni quello di Cimabue (San Giovanni Evangelista – Duomo di Pisa 1301- 1302) e di Leonardo da Vinci (San Giovanni Battista 1508-1513 Louvre).

Torino, 2 Dicembre 2022, appuntamento con il libro del Gran Maestro Stefano Bisi: ”Palazzo Giustiniani. Un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni italiani”

A Torino il 2 dicembre presentato il libro del Gran Maestro Stefano Bisi “Palazzo Giustiniani. Un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni italiani”

Il 2 dicembre presentato a Torino il libro del Gran Maestro Stefano Bisi “Palazzo GIustiniani. Un’ingiustizia nel silenzio contro i massoni italiani”. L’evento, al quale ha preso prete tantissimo pubblico, si é tenuto nel Salone delle Feste del Circolo degli Ufficiali in corso Vinzaglio, 6. Con il Gm Luigi Grassia, scrittore e giornalista del quotidiano La Stampa.

 

 

Nel volume Bisi ha ricostruito tutte le tappe del lungo contenzioso, che si sperava si potesse finalmente concludere, con lo stato italiano, che non ha mai restituito al Grande Oriente d’Italia la sua storica sede che il fascismo gli aveva “preso” nel 1925, dopo averla assaltata e depredata, sequestrando carte, documenti, libri, in cerca degli elenchi di fratelli da perseguitare. Una ferita che non si è mai rimarginata nel cuore di tutti i liberi muratori del Grande Oriente.

L’iter giudiziario, che sembrava essersi fermato, è stato fatto ripartire alla fine di luglio 2020 per volontá dell’attuale giunta che si è rivolta al Tar del Lazio presentando ricorso nei confronti del Senato della Repubblica, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dell’Istruzione ‘per l’accertamento e la declaratoria dell’occupazione abusiva di Palazzo Giustiniani, in via della Dogana Vecchia numero 29, attualmente in uso al Senato della Repubblica nonché per la condanna alla restituzione del predetto bene immobile…’ e ‘in via subordinata per l’accertamento e la declaratoria dell’inadempimento del Senato della Repubblica agli obblighi derivanti dall’atto di transazione sottoscritto, con atto pubblico avente numero 25485 del 14 novembre 1991, tra l’Amministrazione delle Finanze, l’Urbs e l’Amministrazione del Senato’”. Un accordo questo che formalizzava il cosiddetto Lodo Spadolini dell’11 maggio del 1988 e garantiva la futura concessione dei locali destinati a Museo Storico della Massoneria. Il Tar aveva  risposto con un’ordinanza nei confronti della quale il Goi aveva presentato appello al Consiglio di Stato che si è pronunciato il 13 ottobre scorso, sostenendo che si tratta di materia non di propria competenza. Ma il Grande Oriente di certo non si arrenderá, come ha assicurato il Gran Maestro. Il nome di Palazzo Giustiniani, scrive il Gran Maestro, “ è impresso nel corpo e nella mente dei liberi muratori del Grande Oriente d’Italia perché ottanta anni di storia della massoneria sono passati da lì, da quelle stanze dove erano i templi per le riunioni rituali e dove sono stati iniziati centinaia di profani; è tra quelle mura che venne ucciso il gran maestro aggiunto Achille Ballori. E chi dimentica le cronache degli assalti dei fascisti al palazzo per impossessarsi dei nomi dei fratelli e del collare del gran maestro?”.

(dal sito web del GOI) 07/12/2022

Locandina-Libro-Bisi-def

Il Grande Oriente d’Italia ricorda Achille Ballori, ucciso il 31 ottobre 1917 a Palazzo Giustiniani

Il Grande Oriente ricorda Achille Ballori, ucciso il 31 ottobre 1917 a Palazzo Giustiniani

ll Grande Oriente d’Italia ricorda Achille Ballori, il Fratello martire ucciso a colpi di pistola nella serata del 31 ottobre del 1917 all’interno di Palazzo Giustiniani da un folle, spinto a questo insano gesto dal clima fortemente antimassonico che cominciava a soffiare sull’ Italia, alla vigilia della marcia su Roma e dell’ascesa del fascismo che perseguiterà i liberi muratori mettendo a ferro e a fuoco le logge fino a sequestrare la sede del Goi (Palazzo Giustiniani).

Nato a Dicomano (Pisa) il 29 aprile 1850 Ballori, che per sua volontá fu sepolto nella tomba monumentale dei Gran Maestri al Verano, era un medico dalle straordinarie qualità. Aveva diretto l’ospedale civile di Mantova prima e poi gli Ospedali Riuniti di Roma e durante l’amministrazione di Ernesto Nathan era stato assessore all’Igiene della Capitale. Ineccepibile anche il suo curriculum massonico: nel 1874 era già maestro nella loggia Umanità e Progresso di Pisa e nel 1891 venerabile dell’officina Rienzi di Roma.

Nel 1893 era stato eletto Grande Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia e il 20 marzo 1899 era stato –insignito del 33° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, del quale divenne nel 1906 Sovrano Gran Commendatore, carica che ricoprì sino alla morte, che sopraggiunse mentre era in attesa anche di diventare Gran Maestro del Goi  al posto di Ettore Ferrari, che aveva annunciato le sue dimissioni dopo la sua partecipazione nel giugno del 1917 al congresso di Parigi in cui le Massonerie dell’Intesa, meno quelle britanniche, si erano incontrate con l’obiettivo di costituire un progetto di Società delle Nazioni. Nel timore che la delegazione italiana votasse una risoluzione a favore del principio di autodeterminazione dei popoli, si era scatenata sulla stampa una tale campagna ostile che spinse Ferrari a rimettere il mandato e che, per alcuni storici, contribuí anche ad alimentare pregiudizi e ostilitá nei confronti della Libera Muratoria, come dimostrerá la confessione stessa dall’assassino di Ballori.

Il pericoloso pregiudizio antimassonico

Il vero nome dell’assassino (si era presentato come Giobbe Giobbi) era Lorenzo D’Ambrosio. L’attentatore di Ballori era un farmacista, aveva 47 anni, era nato ad Avellino e resiedeva a Roma. Era sposato e padre di due figli. Portato al commissariato di via Magnanapoli, venne perquisito e trovato in possesso di un coltello a serramanico «a foglia d’olivo» di 9 cm e un revolver Smith & Wesson a 5 colpi, calibro 7,65 scarico.

Smith & Wesson – mod1903

Anarchico individualista, nel corso dell’interrogatorio cui venne sottoposto, manifestò tutta la sua avversione psicotica contro la Massoneria, accusandola di ogni male e anche di alcuni suoi problemi personali: dal suo internamento nel manicomio di Nocera nel 1916 alla morte della sorella Costantina in America, asfissiata dalle esalazioni di gas illuminante per un rubinetto lasciato aperto. D’Ambrosio spiegò che si era voluto vendicare. “Debbo dichiarare – disse  che non avevo ragione alcuna di speciale antipatia per il Ballori, persona di ottimo cuore e di grande onestà. La mia intenzione era di colpire la Massoneria nelle sue personalità più rappresentative: avevo idea di uccidere, oltre il povero Ballori, anche Ettore Ferrari ed Ernesto Nathan. Che io non avessi ragione di odio contro il Ballori ve lo dimostra il fatto che stamane ho comprato due mazzi di fiori da deporre sulla sua tomba. Se non mi aveste arrestato avrei seguito fino all’ultimo il mio programma. Sabato mi sarei recato ai funerali del Ballori, e avrei fatto una strage […]”. Il 29 aprile 1918, lD’Ambrosio venne riconosciuto affetto da demenza paranoide, prosciolto dall’accusa di omicidio e rinchiuso per sempre in un manicomio giudiziario.