SANTO STEFANO BELBO – CESARE PAVESE – MEMORIA DI VIRGILIO GAITO

Santo Stefano Belbo (Cuneo) – 6 Novembre 2014 – Fondazione Cesare Pavese  — (da sin.) Luigi Genesio Icardi, Sindaco; Franco Vattaneo, Direttore della Fondazione; la piramide con l’immagine di Cesare Pavese; Luigi Ciriotti, Sindaco all’epoca dell’alluvione; Mauro Passet e Carlo Gremo, Delegati da Virgilio Gaito.

SANTO STEFANO BELBO

CESARE PAVESE 

MEMORIA DI VIRGILIO GAITO

Gentile Signora Gabriella Ciriotti,

Mi fa molto piacere apprendere da Lei che il Comune di Santo Stefano Belbo ha deciso di onorare la figura di Suo Marito, il dott. Luigi Ciriotti, inaugurando una targa a Lui dedicata all’ingresso della Biblioteca del Centro Studi “Cesare Pavese”, ricostruito per merito appunto del sindaco Ciriotti, dopo la sconvolgente alluvione del fiume Belbo nel novembre 1994.

Mi permetta di associarmi al ricordo di quanti vorranno parlare, il prossimo 17 luglio 2021, della figura di un grande Italiano come suo Marito, che ha onorato Santo Stefano Belbo e il mondo della cultura, nel quale si colloca a buon diritto l’illustre concittadino Cesare Pavese.

Nel novembre 1994 il Piemonte fu devastato da una delle tante alluvioni, purtroppo ricorrenti nella nostra bella Italia. Mentre, insieme ai miei Fratelli della Giunta del GOI (Grande Oriente d’Italia), eravamo riuniti per deliberare aiuti alle popolazioni colpite da simile sciagura, giunse a noi un toccante appello del Sindaco di Santo Stefano Belbo, Luigi Ciriotti, rivolto alle Autorità e a chiunque potesse aiutarlo a ricostruire il Centro Studi “Cesare Pavese”, a suo tempo creato dallo scrittore. In quei giorni di tregenda il Sindaco si era posto alla testa dei suoi Concittadini, armato soltanto di due stivaloni e del suo coraggio, ad affrontare la furia devastatrice del fiume che si era impadronita del Centro Studi, devastandone la Biblioteca e tutti i documenti manoscritti dello Scrittore.

A rischio della vita il dott. Ciriotti riuscì a mettere in salvo tanta preziosa ricchezza culturale, che peraltro doveva essere sottoposta a un particolare e costoso restauro presso l’Istituto Centrale del Restauro, sedente a Roma.

La nostra Istituzione, che da sempre ha previlegiato il mondo della cultura e che ne ha annoverato tra le sue fila illustri rappresentanti – in particolare nel Piemonte, Fratelli come Edmondo De Amicis, Vittorio Alfieri, i due martiri Silvio Pellico e Piero Maroncelli, Massimo d’Azeglio, e nel panorama italiano Giovanni Pascoli, Gabriele d’Annunzio, Carlo Collodi e i due Nobel per la letteratura Giosuè Carducci e Salvatore Quasimodo – non poteva rimanere insensibile al drammatico appello di Luigi Ciriotti. Pertanto decidemmo di stanziare un contributo straordinario di 500 milioni di Lire che facemmo pervenire a quell’esemplare Servitore dello Stato.

Nel corso degli anni ebbi il privilegio di una fitta corrispondenza con Lui, durante la quale seguivamo con commozione il progressivo salvataggio di tutto il materiale cartaceo, salvato per suo merito, presso l’Istituto Centrale del Restauro e per noi rappresentò un momento di vera gioia quando apprendemmo che tutto quel materiale era stato recuperato e reso leggibile. Grazie anche al contributo dei Liberi Muratori Italiani del GOI, il Centro Studi, divenuto nel 2004 “Fondazione Cesare Pavese” ricevette una nuova collocazione in un complesso nel Centro storico che comprendeva anche una chiesa sconsacrata, trasformata poi in Auditorium. All’ingresso fu posta una piramide marmorea, simbolo tradizionalmente massonico, sulla quale sono stati incisi i nomi dei Benefattori, tra i quali, al secondo posto dopo la Regione Piemonte, figura il Grande Oriente d’Italia.

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SANTO STEFANO BELBO – FONDAZIONE CESARE PAVESE

Quando il Sindaco Ciriotti mi invitò a visitare il ricostruito Centro Studi, sentimmo i nostri cuori vibrare all’unisono, per aver offerto un contributo così memorabile al grande Cesare Pavese e al mondo della Cultura.

La decisione del Comune di Santo Stefano Belbo di intitolare a Luigi Ciriotti la targa commemorativa mi ha suscitato particolare emozione, perché il nome di questo grande Italiano rimarrà perennemente legato a quello di uno tra i massimi uomini di cultura dell’Italia moderna. Sono certo che questo Centro continuerà a essere un vero punto di riferimento per la formazione di una gioventù italiana ed europea, degna delle proprie tradizioni.

Non so dove e quando mi piacerebbe, sottobraccio all’amico Luigi, contemplare la Luna mentre i Falò crepitano in lontananza …

Gentile Signora Gabriella, La prego di voler rendere partecipe i Suoi figlioli di questo mio ricordo di un Uomo del quale, a giusto titolo, potranno sentirsi degna progenie.

Un caro saluto a Lei e a Loro.

Virgilio Gaito

(Avvocato, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1993 al 1999)